Buona Pasqua a chi non mangerà animali

Buona Pasqua a chi non mangerà animali.

Inizia in maniera grottesca la settimana santa in terra sicula.

Con un decreto dell’assessore alla salute Ruggero Razza, la Sicilia si uniforma al resto dell’Italia e ritorna al medioevo.

Un vergognoso decreto dal titolo “Macellazione per il consumo domestico privato fuori dal macello”.

Le direttive della regione siciliana che si uniforma al Regio Decreto n. 3298 del 20 dicembre 1928, sono le seguenti:

A: Obbligo di consumo all’interno del nucleo familiare e divieto di commercializzazione delle carni e dei prodotti derivati
B: divieto di macellazione rituale e rispetto del benessere animale
C: obbligo di sottoporre a visita ispettiva post mortem tutte le parti della carcassa e i visceri degli animali macellati

Specie interessate: suini, ovini, caprini, pollame, lagomorfi e piccola selvaggina allevata.

La domanda dell’ENPA di Carini è la seguente:

  • chi vigilierà sul punto A ovvero obbligo di consumo nel nucleo familiare? Quindi se invito la fidanzata del cucino, non può consumare la carne macellata? Quindi le festività pasquali solo nei nuclei familiari? I congiunti si intendono come nucleo familiare?
  • rispetto del benessere animale…qui c’è poco da dire anche nella macellazione si parla di RISPETTO. Immaginatevi cosa non lo è allora.
  • dopo che il signor MARIO ROSSI ha macellato l’animale in questione chiama il servizio veterinario per una visita ispettiva post mortem….e pre mortem?

Ci si chiede anche chi vigilerà su tutti quei privati NON AUTORIZZATI all’allevamento e quindi alla macellazione. Proprio perchè nel modello di comunicazione di macellazione al di fuori del macello è specificato che a richiedere questa vergogna possono essere esclusivamente i possessori di CODICE AZIENDALE cui verrà chiesto di specificare una data, un orario ed un numero di animali che si intendono macellare ed il luogo dove questa “attività” verrà svolta.

PREMESSO che l’ENPA è da sempre stata contro l’allevamento e la macellazione, benchè autorizzata dalla normativa (purtroppo).

Ma ci si chiede, come faranno a rispettare i requisiti igienico sanitari previsti, il “benessere animale” e tutte le prescrizioni ASL se la maggior parte degli allevatori hanno come “locale al chiuso” una capanna diroccata?

A voi le risposte. Sbizzarritevi con le vostre fantasie, tanto ormai nulla è impossibile.