
Quante volte è capitato di non poter fare il bagno dopo ore di traffico per arrivare al mare, a causa di un banco di meduse o di alghe? Spesso la frustrazione di non poter avere il meritato sollievo dal caldo con un bel tuffo in mare, si trasforma in un crudele quanto inutile tentativo di eliminazione di questi esseri marini. Ma faremmo meglio a smettere, e non solo perché è proibito per legge
Le meduse equilibratori del mare
Le affascinanti meduse, esseri in parte trasparenti, sono tra gli animali marini più martoriati sulle spiagge in estate dopo i granchi. Convinti di poter tranquillamente fare il bagno dopo averne catturate alcune per condannarle a morte sotto il sole cocente, molti bagnanti ignorano che le meduse non si spostano singolarmente, ma in banchi. Non ha quindi senso ucciderne alcune, anche perché restano urticanti anche da morte e prenderle col retino non fa che spargere il loro veleno in mare. La maggior parte delle specie di meduse presenti nei nostri mari, vengono trasportate dalle correnti, dal vento e dalle maree. Non sono quindi loro ad attaccarci, ma siamo noi che le urtiamo casualmente.
Le meduse sono organismi antichissimi, parte essenziale della catena alimentare marina. Il loro aumento non è “colpa loro”, ma dell’impatto umano sul mare: la pesca intensiva ha ridotto predatori di meduse come tonni e tartarughe, favorendone la proliferazione. Le meduse contribuiscono alla “pioggia di carbonio” (jelly-falls), trasportando CO₂ in profondità nel mare, dove viene sequestrato e nutre benthos e microrganismi e rilasciano materia organica e muco che supportano la comunità dei microrganismi e ciclano nutrienti (N, P) nei mari .
Per questi motivi, alcune meduse sono specie protette o comunque rilevanti per l’ecosistema, e danneggiarle può avere conseguenze anche legali (art. 544-ter del Codice Penale sulla protezione degli animali). La maggior parte delle specie dei nostri mari è innocua o poco urticante, ma è bene imparare e riconoscerle perché purtroppo alcune sono molto pericolose. Se avvisti sciami di meduse, segnala la loro presenza alla capitaneria di porto al 1530.
Le alghe ossigeno del mare
Così come per le meduse, alcuni bagnanti ritengono che i banchi di Posidonia oceanica che arrivano sulle spiagge siano un inutile fastidio, Ma la presenza di Posidonia è il segnale di un mare in salute.
Le praterie di Posidonia oceanica sono tra gli ecosistemi più efficienti nel sequestrare CO₂, arrivando a immagazzinarne 5 tonnellate per ettaro all’anno. Le radici e rizomi di Posidonia e altre macroalghe fissano i sedimenti, riducendo l’erosione: le onde su fondali con erbe marine possono essere dal 10–20% più basse rispetto a fondali spogli. Le praterie marine sono habitat e zone di riproduzione per centinaia di specie (pesci, molluschi, crostacei). Ogni metro quadrato di Posidonia produce fino a 20 litri di ossigeno al giorno, migliorando la qualità dell’acqua.
Anche la Posidonia è protetta da diverse normative europee (Direttiva Habitat 92/43 CEE) e lo smaltimento degli accumuli sulle spiagge è gestito con processi innovativi ed ecologici.
Meduse e alghe in Sicilia
In Sicilia sono attivi diversi progetti per salvaguardare le meduse e per proteggere e rigenerare le praterie di Posidonia.
Per quel che riguarda le meduse, reti anti meduse sono state Installate in luoghi come Ustica, Golfo di Castellammare, Favignana e Lampedusa, grazie al progetto europeo Med-Jellyrisk. Le reti, lunghe 50–100 m, respingono le meduse senza danneggiarle.
Per la salvaguardia della Posidonia oceanica, segnaliamo invece il progetto Rigenerare e il programma Save the wave nel golfo di Palermo, il ripristino delle praterie nella riserva dello Stagnone a Marsala, e il progetto Miarem dell’università di Catania.
Articolo scritto con il supporto di ChatGPT